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Immagine del redattoreCarlotta Bonura

In treno

Questo mezzo di trasporto che negli anni mi ha aiutato a rimanere vicina a chi era rimasto ad aspettarmi, a chi si era fermato. Un promemoria: tanta gente, come me, è lontana. Una dedica alla lontananza. E al treno.


In treno mi ricordo di tutte quelle cose che con il tempo avevo dimenticato, come se passando di stazione in stazione, raccogliessi pian piano i ricordi e le parole perse per strada. Succede una cosa simile quando visito un posto in cui ho vissuto. In ogni luogo che mi apparteneva nella quotidianità del passato, ritrovo ricordi e pensieri vissuti, ritrovo le idee che una volta avevo per così tanto tempo cercato.


Inseguire le radici mi porta ogni volta alla ricerca di ciò che mi è familiare, nuovo ma conosciuto. La ricerca delle radici. Tanto necessaria, quanto dolorosa, perché con il tempo le radici si inaridiscono, si ritirano lentamente. Rimangono lì, certo, ma se per lungo tempo sono state poco nutrite, è necessario un lavoro di reidratazione attivo e costante. Capita, a volte, di creare nuove radici, in luoghi altri. Questi tanti altrove a volte sono brevi tappe, altre volte lunghe pause. Capita che sia più semplice mettere nuove radici piuttosto che ritrovare quelle vecchie. Una questione delicata, quella delle radici.


Il perché di alcune decisioni non ci è chiaro finché improvvisamente non abbiamo un’illuminazione. Mentre ce ne stiamo seduti al nostro posto in treno - carrozza 24, la solita carrozza di chi rimane seduto dall’inizio alla fine del viaggio, spettatori e spettatrici del continuo Sali e scendi degli altri viaggiatori, d’improvviso capiamo di non avere poi fatto grandi cambiamenti. Semplicemente, abbiamo capito solo adesso che siamo sempre stati esattamente così come siamo e come gli altri, chi più chi meno, ci avevano sempre detto di essere. Una questione delicata, quella del cambiamento.


Il treno attraversa rapido le stazioni di frontiera e io fantastico su vite immaginarie, forse vissute in un passato diverso. Penso alle radici lasciate, a quelle ritrovate, ai germogli di radici e alle vecchie radici secche e sagge, di una terra lontana, bagnata da molti mari e circondata da isole e correnti. Eppure, sempre assetata.


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